La responsabilità individuale è il punto centrale del percorso evolutivo, e fa specie che non se ne sia accorto quasi nessuno…
… tranne quei pochi autori e personaggi che ci tornano continuamente, avendo maturato occhi per vedere come stanno le cose.
Dico questo perché, pur lasciando da parte le persone non interessate a un percorso evolutivo (ossia coloro che non sanno nemmeno che esiste, coloro che lo sanno eppure non se ne occupano ancora, e coloro che vorrebbero occuparsene ma non hanno ancora la Volontà sufficiente), anche quelle attivamente impegnate in un cammino di crescita spesso hanno una visione interiore offuscata, per utilizzare un eufemismo.
1. NESSUNO PUÒ FARE IL LAVORO AL POSTO NOSTRO.
Offuscata da cosa?
Dalla solita cosa: dalla speranza che il lavoro su di sé lo faccia qualcun altro al loro posto.
Ed ecco che tutte (non proprio tutte, ma molte) corrono alla ricerca del cristallo, dell’oggetto benedetto, dei rituali di protezione nella propria casa, dei riti magici che dovrebbero far scomparire una certa energia bassa, degli incensi elevanti e ripulenti, del mantra di turno, del mandala da appendere in camera, dei rudraksha, dei mala (che non sono altro che rosari indù… e non c’era bisogno di andare fino in India per prendersi un rosario, visto che ce ne sono tantissimi anche in Italia), etc.
2. LE ENERGIE SONO OGGETTIVE, MA A CAMMINARE SIAMO NOI.
E intendiamoci: i cristalli hanno una valenza energetica, e sono pure bellissimi, ma il punto non è quello.
Anche i fiori hanno una valenza energetica, così pure le musiche e i cibi, e quindi hanno tutti un influsso energetico sulle persone.
Pure i riti di vario tipo, dai rituali sciamanici agli atti psicomagici, possono avere una valenza “liberatoria”… ma solo se la persona ha già lavorato su di sé ed è pronta a lasciar andare certe energie basse.
Ossia a trasmutarle verso l’alto, se la si vuole dire in un modo un poco diverso ma comunque equipollente.
3. LA TUA FEDE TI HA SALVATO… NON QUELLA DI QUALCUN ALTRO.
Non c’è niente e nessuno che potrà però fare il lavoro al posto nostro e sottrarci alla nostra responsabilità, e questo è bene metterlo in chiaro (“La tua fede ti ha salvato”: nemmeno Gesù poteva fare il lavoro al posto degli altri), altrimenti si passerà tutta la vita sperando in questo cristallo o in questo mandala, per non parlare di codici numerici o degli angeli, o magari nell’arrivo del messia o nella tale convergenza armonica…
… al posto di passarla lavorando su di sé, che è poi ciò che siamo venuti a fare su questo pianeta.
La responsabilità è individuale.
Uscite dalle sale d’aspetto dei centri yoga, smettete finalmente di essere turisti della spiritualità, abbandonate la letteratura new age di livello infantile (ossia il 95% degli articoli che vedo su internet, lo dico senza mezzi termini) e finalmente prendete la vostra croce sulle spalle e camminate.
4. IL CAMMINO È INDIVIDUALE… E SPESSO È SOLITARIO.
Da soli: il cammino personale è sempre un cammino in solitaria, e questa è un’altra cosa che alla maggior parte delle persone “spirituali” non piace sentire.
Ma ricordate che la “spiritualità” non è come passate il tempo (non è ciò che vi distingue dall’essere umano comune-medio): la “spiritualità” è essere svegli e integri.
L’opposto di spiritualità è addormentamento, e potete essere addormentati tenendo in mano tanto il telecomando della tv quanto un rosario… italiano o indiano che sia.
Fosco Del Nero
Agisco nell’ombra per servire la luce
- LIBRO PER APPROFONDIRE: Parole di Forza.
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