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Le due vie da percorrere e i rischi di ignorarne una

10 Feb 2018 | Evoluzione personale, Quarta via

Le due vie da percorrere e i rischi di ignorarne unaComincio questo articolo sulle “due vie” con una citazione tratta da La quarta via, il celebre testo di Ouspensky basato sugli insegnamenti di Gurdjieff che in certi ambiti e discipline vien considerato una sorta di Bibbia.

Ecco la citazione in questione:
“Siete fatti di due cose: ciò che sapete e ciò che siete.
Dal punto di vista dello sviluppo, l’idea è che il lavoro sulla conoscenza senza quello sull’essere non è sufficiente. La conoscenza è limitata dall’essere.
Nello stato in cui siete, se avrete maggior conoscenza non sarete capaci di usarla, di comprenderla, di collegarla. Lo sviluppo della conoscenza non è sufficiente, perché a un determinato momento deve cessare; invece di portarvi avanti vi porterà indietro; perché se la vostra acquisizione di conoscenza non è seguita da cambiamento dell’essere, tutta la vostra conoscenza diverrà falsata in voi. Allora, più conoscenza acquisite, peggio vi troverete”.

1. LE DUE LINEE DELLO SVILUPPO UMANO.

Cosa sta dicendo in questo brano Ouspensky?
Nient’altro che un concetto che Gurdjieff era solito ripetere spesso (non so se di persona, perché al tempo non c’ero, ma per iscritto sì), e qua segue una citazione del maestro armeno, questa tratta da Frammenti di un insegnamento sconosciuto:

“Lo sviluppo dell’uomo avviene secondo due linee: “sapere” ed “essere”.
Affinché l’evoluzione avvenga correttamente, le due linee devono procedere insieme, parallele l’una all’altra, e sostenersi reciprocamente.
Se la linea del sapere sorpassa troppo quella dell’essere, e se la linea dell’essere sorpassa troppo quella del sapere, lo sviluppo dell’uomo non può farsi regolarmente; prima o poi deve fermarsi.
L’equilibrio dell’essere e del sapere è più importante di uno sviluppo separato dell’uno o dell’altro. Uno sviluppo separato dell’essere o del sapere non è in alcun modo desiderabile… benché sia precisamente questo sviluppo unilaterale che sembra attrarre particolarmente la gente”.

2. OCCORRE PORTARE AVANTI ENTRAMBE LE VIE.

Giusto per la cronaca, sentiamo la risposta alla domanda, postagli, di quando l’uno supera l’altro, tratta dal medesimo libro.
“A che cosa conducono uno sviluppo unilaterale del sapere e uno sviluppo unilaterale dell’essere?”
“Lo sviluppo della linea del sapere senza uno sviluppo corrispondente della linea dell’essere produce un debole yogi, voglio dire un uomo che sa molto, ma che non può fare niente, un uomo che non comprende ciò che egli sa, un uomo che non ha possibilità di apprezzamento. Voglio dire: incapace di valutare le differenze fra un genere di sapere e un altro. E lo sviluppo della linea dell’essere senza uno sviluppo corrispondente del sapere produce un santo stupido. È un uomo che può fare molto, ma non sa cosa fare, né con che cosa; e se fa qualche cosa, agisce schiavo dei suoi sentimenti soggettivi, che lo possono far sbagliare, fargli commettere gravi errori. Nell’uno e nell’altro caso, tanto il debole yogi quanto il santo stupido arrivano a un punto morto. Essi sono diventati incapaci di ogni ulteriore sviluppo.”

Per riassumere: l’uomo è una locomotiva che percorre un binario, il quale ha due rotaie: la conoscenza e l’essenza.
La prima rotaia concerne quanto egli impara e sa.
La seconda rotaia quanto egli è come essenza, quanta energia ha dentro, si potrebbe dire in un modo alternativo.

Il binario deve essere tutto ben oliato e scorrevole, altrimenti, se solo una delle due rotaie è fluida, la locomotiva troverà attrito nell’altra, e il mezzo inevitabilmente ne sarà rallentato… e addirittura correrà il rischio di deragliare.
Più vi è distanza tra il sapere e l’essere, più è possibile che il treno deragli.
Meno distanza vi è tra i due, più l’uno nutrirà l’altro, e il mezzo umano andrà avanti spedito e veloce.

3. LE DUE VIE: I RISCHI DI UN ECCESSO DI “SAPERE”.

Sintomi e rischi di un sapere in eccesso: troppa mente, troppo ragionamento, spesso cervellotico, analisi e complessità in luogo di sintesi e visione d’insieme, moltissime conoscenze e tanta erudizione, ma quasi mai applicata, tanto che essa non diviene mai Saggezza (la quale è il livello superiore del corpo mentale, quando sviluppato).

Questa persona sa molto, ma incarna poco; conosce tanto, ma il suo livello di energia interiore e di consapevolezza è basso.

4. LE DUE VIE: I RISCHI DI UN ECCESSO DI “ESSERE”.

Sintomi e rischi di un essere in eccesso: poco discernimento, o semplicemente poca conoscenza dei principi di fondo, di come funziona l’esistenza e di come funziona l’essere umano, poca propensione allo studio dei testi importanti e anzi spesso attrazione verso le fonti di basso livello (si va più verso canalizzazioni e portali cosmici che non verso i grandi testi del passato o i grandi maestri riconosciuti), poca auto-osservazione, forte squilibrio verso le esperienze empiriche rispetto all’abbeverarsi a fonti elevanti (leggi: si fanno meditazioni di gruppo, magari insieme a persone anch’esse dalle energie incerte, ma non si “perde tempo” a leggersi il Dhammapada, i Vangeli, il Tao te ching, etc), si ha un livello di energia notevole, ma non si sa come utilizzarla, e quindi la si spreca, o addirittura essa alimenta gli squilibri energetici irrisolti (essa non è divenuta vera Volontà, e infatti in questi casi manca sempre disciplina).

Il primo caso è quello di chi legge libri a tutto spiano, incamera e incamera, ma non fa mai un passo avanti vero e proprio.

Il secondo caso è quello di chi vuol fare solo passi senza aver imparato, prima, quanto occorre imparare.

La prima persona resta ferma dov’è, la seconda si muove a caso e vaga, e anch’essa sovente rimane in zona. Entrambe sono squilibrate.

5. SAPERE ED ESSERE, CONOSCENZA ASTRATTA E LAVORO PRATICO.

E ora torniamo a Ouspensky, che sintetizza così la questione, per la gioia di quelli che pensano di fare da sé, magari con il solo ausilio di pagine facebook che parlano di portali dimensionali, di bambini indaco e di anime gemelle:
“Se un uomo vuole svilupparsi, la sola conoscenza non è sufficiente: egli deve lavorare anche a cambiare il suo essere.
Soltanto che il cambiamento di essere è talmente difficile da essere quasi impossibile se la conoscenza non fosse lì ad aiutare. Perciò conoscenza ed essere debbono crescere a fianco a fianco”.

Leggete libri: i grandi libri del passato, i grandi maestri riconosciuti come tali, ma anche gli insegnanti contemporanei, i quali hanno il vantaggio di parlare la lingua di oggi e fornire esempi di oggi, seppure probabilmente parleranno da un livello di consapevolezza inferiore a quello di un Buddha o di un Gesù (abbiate pazienza e accontentatevi… o magari diventate voi stessi un nuovo Buddha).

E poi praticate su voi stessi: siete voi il vostro athanor, siete voi il vostro stesso forno alchemico in cui dovete lavorare sulle vostre energie… e anche questo va fatto.

Fosco Del Nero
Agisco nell’ombra per servire la luce

 

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