Quando sentite qualcuno parlare della “tecnica migliore”, della “disciplina migliore”, o dell’“unica via” di evoluzione spirituale, diffidate, giacché si tratta per forza o di qualcuno che ha una visione limitata dell’esistenza.
O di qualcuno che cerca di manipolare gli altri per un suo tornaconto, a seconda del caso.
1. TANTE PERSONE, TANTI PUNTI DI PARTENZA, TANTI PERCORSI.
Ogni persona difatti è differente da tutte le altre e, per quanto vi siano delle similitudini e dei punti di contatto, l’unicità di ciascun individuo porta con sé come corollario il fatto che per arrivare al traguardo del risveglio-illuminazione-unità occorre percorrere un diverso percorso.
Poi, certamente è possibile fare delle generalizzazioni, utili soprattutto a capirsi e a comunicare tra di noi… e per l’appunto all’interno di tali generalizzazioni è possibile identificare alcune principali vie evolutive.
Non è nulla di nuovo, peraltro, e si tratta di cose di cui hanno abbondantemente parlato tanti maestri spirituali… e che peraltro sono soggette al semplice buon senso.
2. LE PRINCIPALI VIE EVOLUTIVE.
Le principali vie di evoluzione spirituale sono queste:
– la via dell’amore: eleva i sentimenti e coltiva l’amore incondizionato attraverso le relazioni e la condivisione,
– la via della preghiera-devozione: eleva la compassione e la purezza interiore,
– la via della contemplazione: eleva la fiducia e il senso di unione col Tutto attraverso la contemplazione della natura e dell’intera creazione,
– la via dell’arte: eleva il senso della bellezza e della gioia attraverso la creatività,
– la via dello studio: eleva la mente, la disciplina e la consapevolezza,
– la via del servizio: eleva la forza, l’energia interiore e l’impegno verso l’umanità intera.
3. I PERCORSI SI INCROCIANO SECONDO ENERGIE, FASI E MOMENTI.
Ovviamente non si tratta di scompartimenti stagni, c’è vicinanza tra tutte le suddette energie, e anzi le sovrapposizioni tra le varie strade sono inevitabili, ma in generale possiamo dire che ognuna di esse è specifica ed è una via a sé stante.
Quale sia adatta alla singola persona… lo deve decidere-sentire la singola persona (come sempre): ognuno deve scegliere quale è la sua strada e, soprattutto, ognuno deve percorrerla; non può farlo nessun altro al posto nostro.
4. TANTE VIE, UNA UNICA DESTINAZIONE.
Ricordando sempre che, se le strade sono diverse, se ogni persona è unica e fa storia a sé, il traguardo finale è il medesimo, e si chiama divinità.
Per dirla con Sri Ramakrishna (da Il mio maestro): “Vi sono differenti strade che ci conducono al Divino: per mezzo dell’amore puro, per mezzo dello studio, per mezzo delle buone opere, per mezzo della contemplazione. Tutte queste strade sono differenti ma lo scopo da raggiungere rimane sempre il medesimo: realizzare il Divino dentro di noi”.
5. L’APPROCCIO MEDITATIVO E L’APPROCCIO COMPASSIONEVOLE.
Volendo sintetizzare la cosa ancor di più, se i sentieri sono diversi, gli approcci, stringi stringi, sono solo due: il primo è l’approccio meditativo e il secondo è all’approccio compassionevole.
Il primo è l’approccio della meditazione e il secondo è l’approccio dell’amore.
Il primo è un approccio più maschile, di indagine interiore, mentre il secondo è un approccio più femminile, di condivisione e affetto esteriore. E si badi che dire “maschile” e “femminile” non equivale a dire “uomo” e “donna”, ma equivale a dire energia yang ed energia yin: ciascuno deve vedere qual è il suo approccio preferenziale e il sentiero a lui più adatto, uomo o donna che sia.
Buona passeggiata.
Fosco Del Nero
Agisco nell’ombra per servire la luce
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