L’espressione “esame di coscienza” è piuttosto interessante, dal momento che può esser vista in modi differenti.
Normalmente, il dire “farsi un esame di coscienza” pare immagine piuttosto metaforica, legata peraltro, per tradizione culturale occidentale e soprattutto cristiana (altra parola che può esser letta in sensi/livelli molto differenti), al senso di colpa, all’errore, al peccato.
Questa è una lettura di tipo basso; non sbagliato, ma basso dal punto di vista vibrazionale.
1. ESAME DI COSCIENZA COME PROVA DI CONSAPEVOLEZZA.
C’è una lettura di tale espressione che tuttavia è ben più elevata, e che anzi prende l’espressione alla lettera: esame di coscienza, ossia c’è un esame, un test, una prova, e questo test riguarda la coscienza, ossia lo stato di consapevolezza dell’individuo…
… il che, guarda un po’, è esattamente quello che fa la vita in ogni attimo, e soprattutto nelle circostanze particolarmente probanti per noi; testanti, per l’appunto.
L’esistenza mette alla prova la nostra coscienza, ossia le nostre energie, per verificare come siamo messi e dove siamo messi, e come noi re-agiamo alle prove sarà fondamentale nell’indirizzare il nostro cammino in una direzione o in un’altra.
2. L’ESAME DI COSCIENZA È SUPERATO QUANDO SI SMETTE DI REAGIRE.
Per inciso, quando arriverà il momento in cui non re-agiremo più, allora l’esame sarà passato a pieni voti e non dovremo sostenerne altri su quell’argomento.
Non reagire non significa peraltro non agire ma, letteralmente, non reagire, ossia non sottostare a comportamenti meccanici e automatici, dettati dal proprio passato (condizionamenti), dalla propria prospettiva (mente), dalla propria personalità (persona-maschera-ego). L’azione vera e propria, in verità l’unica azione, è quella pulita, che non nasce dal passato e da qualche condizionamento, ma che nasce dal presente e da una consapevolezza limpida ed elevata.
Va da sé che per arrivare a questo punto, tipico dei maestri risvegliati, l’essere umano comune ne ha di pagnotte da mangiare, e difatti normalmente gli occorrono migliaia di vite e migliaia di anni… anche se in teoria, come hanno sempre testimoniato i maestri, il risveglio può avvenire in ogni singola vita e in ogni singolo attimo. D’altronde, il risveglio non può che accadere qui e ora, non certo da un’altra parte e in un altro luogo, ma sta a noi renderci conto di essere in quell’attimo e renderci disponibili a quel risveglio… e questa è la cosa difficile che ci richiede così tanto tempo.
3. ESAME DI COSCIENZA: DA QUELLO BASE A QUELLO PIÙ “EVOLUTIVO”.
Tornando alla proposizione iniziale, l’esame di coscienza, va bene l’esame di coscienza di tipo più “primitivo”, quello che fa chiedere all’uomo se ha agito bene o meno, se poteva agire con maggiore onestà, correttezza, amore, etc, ma va ancora meglio l’esame di coscienza di tipo più “elevato”, quello per cui viviamo con presenza la nostra vita, quanto più spesso siamo in grado di farlo (e se ci esercitiamo saremo sempre più capaci in tal senso), tanto gli istanti apparentemente più trascurabili (ma come può essere trascurabile il momento presente?) quanto gli eventi più testanti e apparentemente più significativi.
In effetti, se ci si riflette, è tutto esame ed è tutto coscienza.
Fosco Del Nero
Agisco nell’ombra per servire la luce
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