Verso cosa è direzionato il proprio sguardo è la domanda più importante che deve porsi il viandante, giacché la direzione verso cui è orientato il suo sguardo determina ciò verso cui sta andando.
Il concetto in sé è semplice ma, come tutte le cose semplici, soprattutto all’interno di una società iper-mentale e ipovedente, è andato perduto nella in-coscienza collettiva di massa.
In realtà, per essere fiduciosi in relazione al proprio percorso evolutivo, che poi è ciò che interessa, o dovrebbe interessare, tutti i sinceri ricercatori del vero, basterebbe solo questo: sapere verso dove è orientato il proprio sguardo. Perché tutto il resto verrà da sé di conseguenza, e sarà qualcosa che ci verrà porto durante il cammino.
1. LA VITA SPIRITUALE COMINCIA CON L’EDUCAZIONE DELLO SGUARDO.
Non a caso O.M. Aivanhov affermava che “La vita spirituale comincia con l’educazione dello sguardo”.
Tutto sta, dunque, a sapere verso cosa guardano i propri occhi, fatto che sembra banale ma non è affatto scontato in una società miope e poco consapevole, e sapere se quella è proprio la direzione verso cui si vuole andare, altra cosa per nulla scontata in una collettività in cui sovente le persone si indirizzano verso una certa direzione perché consigliate in tal senso da genitori, parenti, amici, televisione e via discorrendo.
Ma in realtà, torno a dire, il concetto è semplice: se la direzione che mi interessa è il percorso evolutivo, e io guardo in quella direzione, poco importa dove sono ora, e persino a quale velocità sto andando, perché prima o poi giungerò a destinazione… è inevitabile se continuo a guardare e a camminare nella medesima direzione.
2. DIREZIONE, MOTIVAZIONE E VELOCITÀ.
Le uniche variabili, a questo punto, riguardano la mia determinazione e la mia velocità, e sono variabili non da poco, perché da esse dipenderanno le energie che avrò dentro di me e quindi gli eventi che esperirò fuori, che come sempre saranno delle opportunità offertemi dalla vita per elevare sempre di più le mie energie interiori.
Dalla mia fiamma interiore, e quindi dal mio incedere, che potrebbe essere lento e incerto oppure rapido e irresistibile, dipenderà quindi tutto quanto il mio progresso interiore e quello che esperirò, nel doppio senso del termine: ciò che esperirò come esperienza di vita ma soprattutto ciò che esperirò come energie-emozioni…
… che poi sono ciò che importa all’uomo.
3. OBIETTIVI: FELICITÀ E PROGRESSO INTERIORE.
All’essere umano in fin dei conti non importa (o perlomeno non dovrebbe farlo) essere sereno e felice in un certo modo specifico, ma esserlo e basta, quale che sia il modo.
E se il mio sguardo è diretto verso la mia evoluzione, e se continuo a camminare nella direzione del mio sguardo, arriverò per forza lì.
Quanto ci metterò dipende solo da me, ma la certezza che il sentiero per forza di cose condurrà in quel luogo dona al viandante conforto e fiducia.
Fosco Del Nero
Agisco nell’ombra per servire la luce
- LIBRO PER APPROFONDIRE: Lascia che sanguini.
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