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Dio Padre o Dea Madre?

Quest’oggi parliamo della contrapposizione tra Dio Padre e Dea Madre, ossia i due attributi principali del Divino, e della tendenza a rivolgersi all’uno o all’altra. Lo facciamo partendo da una piccola introduzione.

Nella vastità delle cose, l’essenza della divinità si manifesta sotto molteplici nomi e modi: Tao, Uno, Intelligenza Cosmica, Mente Universale, Dio Padre, Dea Madre (senza contare le rappresentazioni più prettamente “personali”). Questi nomi non sono semplici etichette, ma riflettono i vari aspetti del Divino. In particolare, gli ultimi due ci parlano della dualità intrinseca all’esistenza, un equilibrio tra forze che si esprimono attraverso il concetto di Padre e Madre, yang e yin.

In ciò, si sarà notato che alcune tradizioni tendono a rivolgersi alla figura del Padre (per esempio Gesù e il cristianesimo), mentre altre tradizioni, o specifici maestri, alla figura della Madre (Yogananda, per citare un nome noto).

1. INVOCARE IL DIO PADRE.

Non è la medesima cosa rivolgersi all’Uno o all’Altra, poiché si stanno orientando le proprie energie in modi differenti. Quando invochiamo il Dio Padre, ci rivolgiamo all’energia maschile, quella che incarna l’azione, la forza e la volontà. Questa è l’energia che guida, protegge, che si esprime attraverso il potere e la direzione. È la forza del sole, il fuoco ardente che trasforma e purifica.

Invocare Dio Padre è riconoscere e accogliere l’aspetto dinamico e attivo dell’universo, che ci spinge a creare, a realizzare, a irradiare la nostra luce. Questa direzione ci incoraggia a sviluppare la nostra volontà e determinazione, a vedere noi stessi come agenti di cambiamento e creatori del nostro percorso.

2. INVOCARE LA DEA MADRE.

D’altro canto, invocare la Dea Madre è riconoscere l’energia femminile, quella che nutre, accoglie e guarisce. È la forza della terra, dell’acqua, della luna che calma, rigenera e ispira. Questa energia ci connette con la nostra intuizione, con la nostra capacità di amare e di accettare. È l’aspetto ricettivo e contemplativo dell’universo, il quale ci invita a essere pazienti, compassionevoli e a trovare la bellezza nella quiete.

Invocare la Dea Madre significa aprirsi alla saggezza interiore, all’intuizione e alla guarigione emotiva, abbracciando l’amore incondizionato e la cura (che desideriamo ricevere ma che dobbiamo parimenti diventare in grado di offrire alle altre creature).

A volte l’essere umano ha bisogno maggiormente della prima energia, e allora sarebbe una buona idea invocare il Padre.
A volte viceversa ha più bisogno della seconda energia, e allora sarebbe una buona idea invocare la Madre.

3. YANG, YIN E TAOISMO.

Le energie yang e yin, componenti fondamentali della filosofia taoista, illustrano questa interdipendenza. Yang è l’energia attiva, penetrante, il sole che brilla e dà vita. Yin è il ricevente, il calmo mare di potenzialità e quiete.
In ogni momento della nostra esistenza, queste forze dialogano, creando l’equilibrio necessario per il flusso armonico della vita. L’importanza di mantenere questo equilibrio è centrale per raggiungere una vita piena e soddisfacente, dove le forze attive e passive lavorano parallelamente e in sincronia per sostenere la crescita e il benessere…
… e quando c’è un disequilibrio, sta a noi riconoscerlo e riequilibrarlo con l’energia di segno opposto.

Quando invochiamo il Divino, sia nella forma del Padre o della Madre, ci allineiamo a tale meccanismo cosmico. La scelta non è tra una forza superiore all’altra (il Dio Padre dei patriarchi o la Dea Madre delle femministe), ma nel riconoscere e onorare entrambe le energie che si manifestano nella vita di ogni giorno… e nell’individuare quella di cui abbiamo maggior bisogno in un dato momento.

In tutto ciò, notiamo che le femministe di cui sopra sovente avrebbero un gran bisogno proprio di energia femminile, poiché, nel loro ottuso scimmiottare gli uomini, ne sono carenti… così come molti giovani uomini delle nuove generazioni sono carenti di energia maschile, manipolati da un indottrinamento culturale pervasivo che intende confondere e pervertire l’energia sessuale, ossia l’essenza vitale dell’essere umano (pervertita quella, è pervertito tutto quanto in automatico, dal momento che viene avvelenata la fonte).

4. PREGHIERA/INVOCAZIONE E PROSPETTIVA SULL’ESISTENZA.

Tale approccio “dualistico” diventa non solo una modalità di preghiera/invocazione, ma un modo di essere e di percepire il mondo. Riconoscere e integrare queste energie ci permette di vivere una vita equilibrata, dove possiamo essere forti e decisi, ma anche gentili e ricettivi.

La semplicità di questa verità risiede nella sua profondità. Il concetto di Dio Padre e Dea Madre, di yang e yin, invita ciascuno di noi a riconoscere l’unità nella dualità, a vedere la divinità in tutte le sue espressioni come uno specchio della nostra stessa natura. Questa realizzazione, apparentemente scontata, è in realtà un profondo apprendimento spirituale, una chiave per vivere in piena armonia con il tutto, un’epifania vera e propria. Attraverso la meditazione, la contemplazione e l’accettazione delle energie dentro di noi, le quali non sono altro che il riflesso delle energie spirituali/divine, possiamo raggiungere uno stato di armonia da un lato e di grande potenza dall’altro… com’è sempre quando tutto è in equilibrio.

5. DIO PADRE O DEA MADRE IN VARIE TRADIZIONI.

In ogni cultura e tradizione spirituale, troviamo esempi di tale dualismo-non dualismo. Nelle scritture vediche, la coppia divina Shiva e Shakti rappresenta per l’appunto l’unione-contrapposizione di maschile e femminile, di potere e grazia. Nella tradizione cristiana, al Dio Padre maschile originariamente era associato uno Spirito Santo al femminile (e, quando si è persa questa antica conoscenza, per riequilibrare il maschile e il femminile in seno alla cultura cristiana si è creato il culto e una sorta di “divinizzazione popolare” della Madonna): essi simboleggiano ugualmente le due energie di cui sopra. Queste figure ci mostrano che l’equilibrio tra le forze in questione è essenziale per la realizzazione spirituale e il benessere…

… e che, in sua assenza, si impongono devianze di vario tipo, oscillanti tra una cultura prevalentemente e disarmonicamente maschile (come è stato nel recente passato dell’umanità) e una cultura prevalentemente e disarmonicamente femminile (come si prepara a essere nei tempi futuri, in omaggio al principio del pendolo).

Potremmo allargare il campo e citare Anu e Ki, Iside e Osiride, Zeus ed Eva, Odino e Frigg, famose coppie di divinità-energie di varie parti del mondo… ma il discorso diventerebbe lungo e quasi infinito.

6. DIO PADRE E DEA MADRE: COSA MI SERVE?

Quando ci rivolgiamo a Dio Padre, possiamo chiedere forza, calore e guida.
Quando invochiamo la Dea Madre, cerchiamo dolcezza, guarigione e amore.
Entrambi gli aspetti sono necessari per navigare nei mari dell’esistenza con grazia e saggezza.
La pratica spirituale ci invita a bilanciare queste energie dentro di noi, permettendo alla nostra anima di fiorire in armonia con le leggi universali (perché di questo si tratta).

Questo vale in generale.
In particolare, ossia nel singolo periodo della propria vita, sta a noi riconoscere di cosa abbiamo maggiormente bisogno, e quindi invocare il lato del Divino (compresa una sua personificazione, se la cosa ci risulta più agevole) di cui abbiamo necessità in quel momento.

Fosco Del Nero
Agisco nell’ombra per servire la luce

 

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