Il dilemma “aspettare o agire”, che ci si può porre nella vita materiale, può sorgere anche per la vita interna, a livello di apprendimenti interiori.
In questo caso la domanda diventa: meglio aspettare che faccia la vita o meglio anticipare e fare per conto nostro?”.
In realtà il termine “anticipare” è usato a sproposito, dal momento che in un’esistenza perfetta non si può anticipare proprio niente. Quindi noi affronteremo una questione energetico-esistenziale solo se saremo pronti, con energie sufficientemente sviluppate per affrontarla… altrimenti niente.
Per la cronaca, avere energie “sufficientemente sviluppate” non è garanzia di successo e apprendimento, dal momento che la prova va poi superata nei fatti, e l’apprendimento fatto proprio in concreto.
Le “forze sufficientemente sviluppate” sono i nostri muscoli; il superamento della prova è come noi usiamo quei muscoli, se in maniera adeguata (e allora la prova è superata) o inadeguata (e allora dovremo ripeterla).
1. SE ATTENDIAMO CHE L’ESISTENZA CI CHIAMI… SIAMO GIÀ NEI GUAI.
Torniamo al punto centrale dell’articolo, ed ecco il concetto centrale: se attendiamo che faccia la vita siamo già nei guai. Perché la vita chiama e chiama, ma chiama usando un volume di voce sempre maggiore, affinché per noi divenga impossibile ignorarla, come facciamo spesso alle prime chiamate.
A quelle successive, e più pesanti, come gli abbandoni, le morti, i licenziamenti, i tradimenti, non possiamo non rispondere, perché ci toccano troppo da vicino e vanno a sconvolgere le nostre esistenze materiali… ed è a quel punto che siamo nei guai.
2. È MEGLIO PREPARARSI E AGIRE DI PROPRIA INIZIATIVA.
Ergo, è decisamente meglio lavorare d’anticipo, o lavorando per conto proprio, oppure essendo ben attenti a tutte le chiamate della vita, comprese quelle minori (ad esempio, se da giovani superiamo il senso di perdita per qualcosa che ci viene a mancare non soffriremo quando da grandi verrà a mancarci qualcosa o qualcuno; al contrario chi non avrà lavorato in precedenza si troverà a vivere veri e propri drammi).
Essere ben attenti a tutte le chiamate della vita è però cosa ardua, perché comporta un livello di attenzione e di presenza assai intenso, che quasi nessuno ha sviluppato.
Mentre chiunque sia dotato di un sufficiente livello di organizzazione e di volontà (e non ne servono neanche tantissimi, certamente meno della forza che serve per affrontare cose più pesanti) può giocare d’anticipo, e utilizzare ogni momento della vita come esercizio interiore.
3. IN MOMENTO SI PUÒ SVILUPPARE QUALCOSA.
Letteralmente ogni momento: per sviluppare la presenza e lo stato meditativo si può “utilizzare” il momento in cui si fanno i piatti, o quello in cui si fa la doccia, o quando si spazza in terra.
Per sviluppare il senso di connessione con l’esistenza e col mondo si possono utilizzare le passeggiate, nella natura o in città, o semplicemente quando ci si affaccia alla finestra e si vede quello che si vede.
Per sviluppare il non giudizio e l’amore incondizionato basta accendere la tv, guardare l’Isola dei Famosi, e concentrarsi su tutti i partecipanti: qualcuno ci sarà spontaneamente simpatico, e allora ci eserciteremo a provare affetto nei suoi confronti, e qualcuno ci sarà spontaneamente antipatico… e allora ci eserciteremo a provare affetto nei suoi confronti.
Un altro esercizio sull’amore incondizionato: guardare un telegiornale, con tutte le brutte notizie che propone, con tutte le persone truffatrici, violente e manipolatrici che propone, e provare accettazione e amore per tutti. Quanto vi riesce facile o difficile vi dà la misura del punto in cui siete nel percorso di ritorno all’Unità.
4. OGNI MOMENTO È UN’OCCASIONE EVOLUTIVA.
Ogni occasione è lavoro se si usano gli occhi giusti.
Ogni occasione può diventare una serratura per entrare in se stessi e trasformare: gli occhi individuano la serratura, e la volontà inserisce la chiave.
Tutto sta ad avere sufficiente forza e motivazione (e la conoscenza certamente aiuta).
Fosco Del Nero
Agisco nell’ombra per servire la luce
- LIBRO PER APPROFONDIRE: Parole di Potere.
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