Dopo il post intitolato Gli ultimi saranno i primi, segue un altro post ispirato a un’altra tra le più famose frasi di Gesù: “Ama i tuoi nemici”.
Una delle frasi più difficili da assoluto da accettare, sia per l’uomo contemporaneo di Gesù, sia per l’uomo odierno, che fa il paio con l’altrettanto mal digerito “Porgi l’altra guancia”.
Il solo fatto che si tratta di una citazione di Gesù, comunque, dovrebbe farcela accettare sulla fiducia, dato il livello di consapevolezza e di evoluzione spirituale presente nei Vangeli… e questo, si noti bene, al di là del fatto che sia esistita una figura storica chiamata Gesù, al di là del fatto ch’essa sia stata crocifissa, che sia morta o non morta in croce, e così via: difatti, nei suddetti testi vi sono principi esistenziali di valore elevato, che li abbia pronunciati Tizio o Caio.
1. DIETRO AI VANGELI NON C’ERA UNA COSCIENZA QUALUNQUE.
Il che si può dire in un altro modo: dietro ai Vangeli canonici (ed anche ad alcuni Vangeli apocrifi, in primis i cosiddetti Vangeli gnostici) vi era un maestro spirituale, al di là di quale fosse il suo nome o quale fosse il colore dei suoi capelli… e prestare attenzione a ciò che ha detto un maestro spirituale, ossia una persona altamente evoluta, è cosa saggia.
Ma approfondiamo il concetto di “ama i tuoi nemici”, e partiamo dal principio speculare, noto da millenni nelle discipline spirituali, per cui il fuori è il riflesso del dentro, e per cui i problemi del mondo esterno sono un riflesso dei propri disequilibri interiori, dei propri demoni interiori.
2. IL RIFLESSO ESTERIORE È SEMPRE UNA NOSTRA CREATURA.
Che sono sempre proprie creature, propri figli, che non se ne andranno di casa fino a che non li avremo accettati e amati, e con tale amore elevati.
E non se ne andranno neppure in quel momento, perché una volta che li avremo accettati-amati-santificati-sacrificati (fatti sacri), rimarranno con noi, ma stavolta sotto forma di energie elevate, e quindi come punti di forza, non come debolezze.
Il fuori ci fa vedere ciò su cui c’è da lavorare dentro, si sa, e ciò con cui occorre lavorare è il perdono-amore, si sa anche questo.
L’amore è la forza trasmutante, dunque…
… e i demoni in realtà non esistono, così come non esistono i nemici (né fuori, né dentro), visto che siamo sempre noi, seppur sotto mentite spoglie…
… ed ecco perché amare i propri nemici significa amare se stessi; in effetti amare i propri nemici significa sia amare le parti di sé che ancora non si amano, sia amare i riflessi del mondo di fuori che ce le rappresentano.
3. AMARE I PROPRI NEMICI SIGNIFICA AMARE SÈ STESSI E I PROPRI RIFLESSI.
Kahlil Gibran, l’autore de Il profeta, ha sintetizzato ciò in questo modo bellissimo (guardando soprattutto al dentro):
“Dio disse: ‘Ama i tuoi nemici’.
E io obbedii e amai me stesso.”
John McDonald, nel suo Messaggio di un grande maestro, ha riassunto la questione in quest’altro modo (guardando soprattutto al fuori):
“Coloro che cercano di ostacolarvi vi stanno aiutando, e dovrebbero essere considerati vostri amici. Questa è saggezza al grado più elevato.”
E sull’argomento davvero non c’è da dire molto altro.
Fosco Del Nero
Agisco nell’ombra per servire la luce
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